Alberto Albonico
Il Torrente Cosia si interrava alla fine di Via Mentana e
riemergeva dove adesso c'è il semaforo con Via Lucini.
Scendendo verso il Ponte
di San Rocchetto c'era solo una strada sulla destra del Cosia ed era la Via
Barelli, stretta ed in terra battuta.
All'angolo con Via Benzi c'era il
serbatoio del gas mentre un altro era sul lato opposto, un po' più in su, in
mezzo agli orti.
Il primo ponte che si trovava era quello di Via Borsieri, dove
abitava mia zia, sorella di mia mamma. Ho fatto l'asilo e le elementari a Santa
Chiara, nell'antico convento retto dalle suore, ed immediatamente prima, sulla
Via Milano, vi era una chiesa abbandonata, con delle enormi colonne di pietra a
reggerne il portale. Il tram si fermava proprio di fronte.
Risalendo Via
Milano, quasi davanti a Via Anzani, c'era il panificio Dubini e più in su fino
a San Rocco tutta una serie di antiche case di ringhiera col cortile interno
chiuse da splendidi portoni in legno col portale in sasso.
In giro per San Bartolomeo si vedeva spesso
uno strano personaggio, dipendente del Panificio Concesa, che col suo tabarro
nero ed un cappellaccio a falda larga girava a cavallo di uno strano biciclo
con una grandissima ruota anteriore ed un ruotino posteriore, che se fosse
caduto si sarebbe spaccato la testa.
L'area tra San Bartolomeo e Via Barelli mi
era particolarmente cara perché durante il periodo pasquale vi si insediava la
cosiddetta "Fiera", che ora si chiama Luna Park, con i suoi
saltimbanchi, i mangiatori di vetro, gli autoscontri, i nani, gli uomini
volanti, il muro della morte ed i suoi centauri, l'immancabile giostra di
"pesciad in del cu", i pesci rossi, ecc.
Magari passavo tutto il
pomeriggo alla Fiera a vedere da fuori i baracconi, perchè di soldi non ce
n'erano, però era bello anche così.
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da Alberto Albonico - Pellio Intelvi (CO)
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