Radici Lariane" è aperto alla partecipazione di tutti ed accoglie testi, racconti e descrizioni di ricordi personali e di tradizioni lariane, fino agli anni ottanta del secolo scorso. Per vedere pubblicato il vostro racconto, (lunghezza massima di un foglio A4, 30 righe in carattere corpo 12) inviatelo a: ventifebbraio@iol.it - Se lo desiderate, il vostro testo potrà essere accompagnato e corredato anche da una vostra immagine.

4.3.12

ALPINI LARIANI... ALPINI ITALIANI - (Racconto-dedica)


(n.d.r.): Un racconto-dedica: in onore di tutti gli ALPINI italiani che hanno svolto il loro servizio sul nostro territorio... e di tutti i nostri alpini lariani.


Laura Salvatori

Erano mesi che gli alpini si trascinavano nella neve alta con pastrani a brandelli e scarponi ridotti a poltiglia. Lottavano eroicamente contro il freddo, il vento gelido sferzante, la fame e la disperazione, accerchiati da un nemico sempre più vicino ed incalzante che li costringeva ad una tragica ritirata.

In una notte particolarmente gelida si arrese a se stesso: con le povere mani semicongelate riuscì a scrivere una lunga lettera alla moglie ed al figlio nato prima della sua partenza. Narrò ciò che aveva visto e sofferto e mille e mille parole d'amore e di rimpianto rimasero su quei fogli spiegazzati
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Si distese sul bianco giaciglio, strinse la lettera tra le mani bluastre ed appena sentì una folata di vento più violenta delle altre, abbandonò la presa e l'affidò al vento...i fogli sfarfallavano nel turbine e diventavano mille bianchi frammenti...

I monti abbracciavano il lago, gemma azzurra incastonata nel verde rigoglioso delle rive, bianchi gabbiani disegnavano arabeschi nel cielo sereno, il campanile della chiesetta diffondeva rintocchi familiari, volti amati  gli sorridevano felici, parole d'amore lo carezzavano lievi... tutto svanì nel buio.

Galoppando su minacciose nubi, il vento continuò la sua corsa, ma stanco di vedere i fantasmi in quella landa deserta, ripartì verso terre lontane inondate dal sole. L'eterno vagabondo ribelle si placava man mano che scopriva nuovi orizzonti ed assumeva nuove forme divertendosi a controllare la sua forza...

Vivevano in una piccola casa sulle rive d'un lago, la giovane donna dagli occhi azzurri, profondi e tristi ed un vivace bambino, bruno e con grandi occhi neri.
Era esplosa la primavera e volentieri giocavano all'aperto sotto gli alberi fioriti, rotolandosi sul soffice prato... lontano il  tremolio delle acque tranquille illuminate dal sole.
"Mamma guarda, nevica! Che bella!"

Complice un nuvolone grigio apparso proprio sul piccolo giardino, una folata di vento leggero aveva portato uno sfarfallio di petali bianchi che lentamente si adagiarono sul prato.
La donna sentì un calore improvviso invaderle il cuore che batteva all'impazzata... 

Una voce lontana sussurrava... non erano parole, ma suoni dolcissimi che la carezzavano e che soltanto lei conosceva...

Raccolse i petali lievi, li riunì delicatamente nel cavo delle mani e li strinse al cuore...  "Hai ragione, è bella la neve in primavera!"


da LAURA SALVATORI - (Bari)
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