(n.d.r.): Un racconto-dedica: in onore di tutti gli ALPINI italiani che hanno svolto il loro servizio sul nostro territorio... e di tutti i nostri alpini lariani.
Laura Salvatori
Erano mesi che gli alpini si
trascinavano nella neve alta con pastrani a brandelli e scarponi ridotti a
poltiglia. Lottavano eroicamente contro il freddo, il vento gelido sferzante, la
fame e la disperazione, accerchiati da un nemico sempre più vicino ed incalzante
che li costringeva ad una tragica ritirata.
In una notte particolarmente gelida si arrese a se stesso: con le povere mani semicongelate riuscì a scrivere una lunga lettera alla moglie ed al figlio nato prima della sua partenza. Narrò ciò che aveva visto e sofferto e mille e mille parole d'amore e di rimpianto rimasero su quei fogli spiegazzati
.
Si distese sul bianco giaciglio, strinse la lettera tra le mani bluastre ed appena sentì una folata di vento più violenta delle altre, abbandonò la presa e l'affidò al vento...i fogli sfarfallavano nel turbine e diventavano mille bianchi frammenti...
I monti abbracciavano il lago, gemma
azzurra incastonata nel verde rigoglioso delle rive, bianchi gabbiani disegnavano
arabeschi nel cielo sereno, il campanile della chiesetta diffondeva rintocchi
familiari, volti amati gli sorridevano felici, parole d'amore lo carezzavano
lievi... tutto svanì nel buio.
Galoppando su minacciose nubi, il
vento continuò la sua corsa, ma stanco di vedere i fantasmi in quella
landa deserta, ripartì verso terre lontane inondate dal sole. L'eterno vagabondo
ribelle si placava man mano che scopriva nuovi orizzonti ed assumeva nuove forme
divertendosi a controllare la sua
forza...
Vivevano in una piccola casa sulle
rive d'un lago, la giovane donna dagli occhi azzurri, profondi e tristi ed un
vivace bambino, bruno e con grandi occhi neri.
Era esplosa la primavera e volentieri
giocavano all'aperto sotto gli alberi fioriti, rotolandosi sul soffice
prato... lontano il tremolio delle acque tranquille illuminate dal
sole.
"Mamma guarda, nevica! Che
bella!"
Complice un nuvolone grigio apparso
proprio sul piccolo giardino, una folata di vento leggero aveva portato uno
sfarfallio di petali bianchi che lentamente si adagiarono sul
prato.
La donna sentì un calore improvviso
invaderle il cuore che batteva all'impazzata...
Una voce lontana
sussurrava... non erano parole, ma suoni dolcissimi che la carezzavano e che
soltanto lei conosceva...
Raccolse i petali lievi, li riunì
delicatamente nel cavo delle mani e li strinse al
cuore... "Hai ragione, è bella la neve in
primavera!"
da LAURA SALVATORI - (Bari)
.
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