Radici Lariane" è aperto alla partecipazione di tutti ed accoglie testi, racconti e descrizioni di ricordi personali e di tradizioni lariane, fino agli anni ottanta del secolo scorso. Per vedere pubblicato il vostro racconto, (lunghezza massima di un foglio A4, 30 righe in carattere corpo 12) inviatelo a: ventifebbraio@iol.it - Se lo desiderate, il vostro testo potrà essere accompagnato e corredato anche da una vostra immagine.

26.2.12

NARCISATE, a Brunate (CO)

 Emilio Montorfano - (Milano)




Se torno indietro negli anni, al tempo dell’età mia verde, e faccio il confronto con la vita dei giovani di oggi, ritrovo un’atmosfera perduta, un modo diverso di divertirsi e di essere amici.
 
Allora avevamo pochi quattrini in tasca, non avevamo motorini per scorrazzare veloci e non esistevano le discoteche.
I nostri divertimenti erano le biciclette, i soldi per un cinema o per un’ aranciata e le feste da ballo in famiglia per occasioni imporanti, in casa di amichette e sotto l’occhio vigile delle loro mamme.

 
Alla domenica, ci si vedeva in piazza del Duomo, dopo la Messa di mezzogiorno oppure, quando era bel tempo, ci si incontrava alla sera per passeggiare lungo Via Vittorio Emanuele, la vasca, e fino al lago, scambiando quattro chiacchiere e guardare le ragazze passare.

 
Mi ricordo, tra l’altro, di una passeggiata, che si usava fare con il sopraggiungere della primavera e quando i prati rinverdivano, coprendosi di fiori.

 
Su, verso Brunate, c’era lo splendore di prati biancheggianti di narcisi e, richiamati dal loro profumo e dalla loro bellezza, gruppi di giovani – e non solo di giovani – accorrevano per fare la “narcisata”, raccogliendo grossi  mazzi di quei bellissimi fiori.
Oggi non so se quest’abitudine sia ancora viva, se ancora attualmente, sotto il caldo sole  primaverile, sia rimasta l’usanza, per le giovani leve, di correre, ridere e scherzare su quei prati fioriti, raccogliendo le belle corolle, capaci di rendere interi pezzi di terra bianchi di petali odorosi.

 
Tuttavia, invecchiato come sono adesso e con la tristezza che mi danno i  fiori recisi, se ripenso a quella strage di fiori, sento che mi piacerebbe tanto, invece, vederli sempre crescere, sbocciare e appassire senza che si spezzi il loro stelo, con  la speranza che lo splendore di quei prati si sia conservato negli anni. 


da EMILIO MONTORFANO - (Milano)
.

2 commenti:

Giuliana ha detto...

ricordo l'emozione alla vista di immensi prati bianchi di narcisi, su al Pian del Tivano..
mossi da vento creavano movimenti bellissimi, e il loro profumo si sentiva spandeva nell'aria inebriandomi....e quando tornavamo, verso sera, le lucciole ci facevano compagnia...
ora non ci cresce più nulla lassù. Tutto finito, distrutto un angolo di paradiso....
E i ragazzi di oggi non sapranno mai quanta poesia c'era in quel luogo...



io, come te, vorrei rivederli sbocciare e crescere come un tempo, per mostrarli ai miei nipoti e raccontare loro le nostre vite di un tempo che non tornerà più...

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

Ricevo dall'autore Emilio Montrfano, via mail:

"Cara Luciana, ti ringrazio, assieme alla Signora Giuliana, per il commento a "Narcisate"!
Con tanti affettuosi saluti e un abbraccio,
Emilio Montorfano"
.