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16.3.12

GIORGIO ANCARANI: IL "PADRE" DEL CATAMARANO




Sergio Ancarani

Correva l’anno 1960 sul Lago di Como,e mio padre come ormai faceva da tempo, arrivava a casa solo per il pranzo… e poi, via subito sul suo nuovo motoscafo Molinari, a provare (così diceva lui) i migliori assetti per andare più veloce. 
Partiva dalla darsena della nostra casetta di Torriggia, arrivava all’Isola Comacina, ci girava intorno e poi ritornava indietro, cronometrando il percorso. 
Ripeteva che era l’allenamento migliore per la mitica “Centomiglia” che allora prevedeva la partenza da Villa Olmo, l’attraversata del lago fino all’Isola, una lunga curva intorno ad essa, ed il ritorno a Como.
La gara era articolata su tre giri ed era molto seguita dai villeggianti,  dagli abitanti di entrambe le sponde e soprattutto dai molti appassionati che andavano sull’Isola per vedere la grande e insidiosa curva. Tutti salutavano ad ogni passaggio i piloti, alzando le braccia, applaudendo o incitando. Era veramente una grande festa.

Aveva appena comperato questo fuoribordo di Angelo Molinari, con carena Catamar ultima novità nel campo della nautica. 
Era molto contento del suo acquisto, ma c’era qualcosa che non gli andava giù.
 Lui aveva un’idea nella testa che non corrispondeva esattamente al principio di carena che in quel periodo andava per la maggiore.

E fu così che, nel 1962, mio padre con l’aiuto del suo amico Adolfo, del figlio Marcello nonché del sottoscritto, ideò una nuova carena che avrebbe permesso agli scafi di andare molto più veloci a parità di potenza e di percorrere le curve come su due rotaie.
Si trattava di un nuovo tipo di catamarano, ancora oggi usato anche nella massima categoria mondiale di fuoribordo corsa, la Formula Uno dell’acqua.

Ricordo ancora la nostra casa di Torriggia tutta tappezzata di disegni, formule, modellini fatti con lo stucco e poi con il legno, fino allo studio completo che fu portato dal Guru di quei tempi: Angelo Molinari.
Angelo, dopo aver guardato i disegni, ricordo che disse: “io gliela costruisco, ma non garantisco che galleggi”.  Nel 1963, dopo infiniti test, lo scafo fu iscritto alla “6 ore di Milano”,  dove vinse dando più di due giri al secondo classificato.

Tra una gara e l’altra, mio padre usava il catamarano anche per diporto e spesso andavamo a fare qualche gita con mia madre e mia sorella, oppure andavamo a mangiare alla Locanda dell’Isola, dove io avevo una bella compagnia di ragazzi della mia età, Qualche volta, ci faceva fare sci d’acqua.  Ma una settimana prima delle gare, lo scafo doveva tornare ad essere la “macchina da gara” per la quale era stato costruito.

Ancora oggi mio padre, Giorgio Ancarani, viene ricordato dai più attenti appassionati di questo sport di tutto il mondo come il “padre del Catamarano” scafo che a tutti gli effetti è nato sul Lago di Como e del quale dovremmo andare fieri.

Una pagina importante e che ha segnato una svolta decisiva nel settore della motonautica italiana e mondiale.

da  SERGIO ANCARANI - (Segrate - MI)
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